Nato a Trieste nel 1989, Matteo Metullio scopre la sua passione a soli 14 anni e studia all’istituto alberghiero I.P.S.S.A.R. di Falcade, a Belluno, prima di iniziare un'ascesa fulminante, diventando l’enfant prodige dell’alta cucina italiana. Dopo una prima importante esperienza presso il ristorante Alle Codole di Canale d’Agordo, sotto lo chef OScar Tibolla, Metullio entra nella brigata del ristorante tristellato St.Hubertus di Norbert Niederkofler, a soli 19 anni, dove resterà per quattro anni. Nel 2012, prende le redini della cucina de La Siriola a S.Cassiano, in Alta Badia, quando l'executive chef Fabio Cucchelli lascia il ristorante. Il giovane Matteo ne mantiene la stella Michelin, ottenendo anche il titolo di più giovane chef stellato italiano nel 2013, a soli 24 anni. La seconda stella arriva nel 2017, consolidando la sua reputazione nel panorama gastronomico nazionale. Nel 2019, Metullio decide di tornare nella sua Trieste per stare accanto alla compagna Elena e al figlio appena nato. Accetta una nuova sfida prendendo le redini dei due ristoranti del Grand Hotel Duchi d’Aosta, Harry’s Piccolo e Harry’s Bistrò, in binomio con lo chef Davide De Pra. La qualità del loro lavoro presso il ristorante Harry’s Piccolo viene premiata con la prima stella Michelin nel 2019, seguita dalla seconda nel 2020, riconoscimento riconfermato fino ad oggi. Nel 2022, lo chef riceve dal sindaco di Trieste il sigillo trecentesco, per aver contribuito significativamente a trasformare il profilo gastronomico della città, e il Premio Miglior Chef della Guida di Identità Golose. Alla fine del 2024, viene annunciato il trasferimento dell’Harry’s Piccolo, che riaprirà nella primavera 2025 negli spazi del Palazzo Dreher, situato nel cuore di Trieste.
Ristoranti
Dal 2019, Matteo Metullio guida il ristorante gourmet Harry’s Piccolo e l’Harry’s Bistrò, in collaborazione con lo chef Davide De Pra. Situato in uno dei palazzi storici più eleganti della città, all’interno del Grand Hotel Duchi d’Aosta, l’Harry’s Piccoro accoglie i suoi ospiti in un ambiente raffinato e ovattato, dotato di un dehors dove godere di una meravigliosa vista su una delle più belle piazze d’Italia. I due chef hanno creato per questo luogo d’alta gastronomia una proposta culinaria d’altissima qualità, che ha permesso al ristorante di conquistarsi un posto nel panorama gastronomico italiano, ottenendo diversi riconoscimenti, tra cui le due stelle Michelin arrivate nel 2020 e il premio Passion Dessert nel 2024. Il ristorante propone una scelta di piatti à la carte e due menù degustazione da 7 portate, che cambiano significativamente quattro volte all’anno, seguendo le stagioni: il primo si chiama Mare… Mare... Mare... e si concentra sul pescato locale, ispirato alla tradizione ma con uno sguardo creativo; il secondo, L’Incontro, celebra il modo in cui le visioni dei due chef, il mare e la montagna, e ingredienti d’origini lontane si uniscono armoniosamente nei loro piatti. La carta dei vini è ben curata, offrendo una selezione variegata che soddisfa i palati più curiosi, con un focus su produttori friulani e sloveni. I due chef si occupano anche dell’offerta gastronomica dell’Harry’s Bistro, che serve una cucina di qualità, in cui terra e mare s’incontrano, pur restando più accessibile di quella del ristorante fine dining.
Ricette e piatti
Grazie alle numerose esperienze fatte in cucine di grande prestigio, lo chef Matteo Metullio ha sviluppato un approccio culinario che unisce spontaneità, memoria e innovazione, valorizzando la materia prima attraverso l’esplorazione di nuovi orizzonti del gusto. Trieste, città di mare e di confine, ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione del suo stile: la fusione d’influenze italiane, slave e mitteleuropee ha creato una tradizione gastronomica unica, che Metullio porta avanti con passione, aggiungendo il suo tocco creativo e personale. I sapori del mare e della terra sono una fonte di grande ispirazione per lo chef, che nei suoi piatti li fonde con ispirazioni che evocano l’oriente. Per il ristorante Harry’s Piccolo, ha messo a punto, in collaborazione con lo chef Davide De Pra, una cucina “a chilometro vero”, che valorizza ingredienti arrivati da vicino e da lontano, che s’incontrano nei piatti per celebrare l’alta cucina. Il piatto Spaghettino km 4.925 è un esempio perfetto della loro visione, unendo ingredienti locali e arrivati da lontano: si tratta di uno spaghettino freddo Benedetto Cavalieri cotto in acqua di pomodoro e mantecato a freddo con colatura di alici e olio affumicato. Il risultato è un’esperienza di gusto unica, che invita a scoprire la bellezza del viaggio e dell’incontro attraverso il cibo.