Se c’è un posto dove si può assaggiare la migliore cucina giudaico-romanesca è certamente il Ghetto di Roma. Quello che anticamente era il quartiere in cui il popolo ebraico era letteralmente recluso (di notte si chiudevano i cancelli), oggi è una piazza vibrante, caratterizzata dai numerosi locali affacciati sul Portico d’Ottavia. Qui si possono assaggiare le specialità della cucina ebraico-romanesca e la maggior parte dei ristoranti servono cucina approvata kosher (o kasher), termine che in ebraico vuol dire “buono”, o “adatto”, ovvero consentito dalle regole alimentari prescritte dalla Torah.
Questo quartiere, ancora oggi è il fulcro della comunità ebraica ed è per questo che i locali kosher romani sono concentrati tutti in zona Portico d’Ottavia. Fanno eccezione solo alcuni indirizzi in zona Piazza Bologna, a due passi dall’università La Sapienza, dove si trova ugualmente una forte incidenza di esponenti della comunità ebraica.
È per loro che è fondamentale che i locali siano approvati dal rabbino, fermo restando che le ricette della cucina giudaico-romanesca piacciono proprio a tutti: dal carciofo alla romana alla concia di zucchine, dal tortino di aliciotti e indivia al cartoccio di fritti, dalla coratella con i carciofi ai rigatoni con la pajata (quest’ultimo piatto oggetto di lunghe dispute teologiche per la possibile presenza di latte in un piatto di carne, risolte con il via libera del rabbino).