Voluttuoso, saporito, capace di dare un guizzo organolettico ai nostri piatti, o di nobilitare una semplice fetta di pane caldo. È Sua Maestà il lardo, un ingrediente di cui spesso si parla ma difficilmente si conosce. Volendo trovare una definizione, il lardo è il grasso del maiale fatto salume. Il grasso del maiale, infatti, viene sottoposto al tradizionale processo di salatura e stagionatura, diventando, di fatto, una pietanza pronta per essere servita o utilizzata a fette molto sottili.
Ma cosa rende così speciale il lardo? Tutto parte dalla sua composizione. Che, al di là degli aromi, equivale a quella del grasso animale.
La composizione del lardo
Un grasso composto da un mix di trigliceridi, cioè molecole di glicerolo attaccate ciascuna a tre molecole di acidi grassi di diverso tipo. Questa varietà di acidi grassi rende i trigliceridi molto diversi tra loro, accentuando la diversa resa del grasso. Per questo, non è poi così strano sentire una marcata differenza tra un tipo di grasso e un altro. Nel caso del lardo, l’acido grasso più abbondante è quello oleico, presente per il 45% circa. Poi c’è parecchio acido palmitico (25%) e linoleico (8%). In minor quantità, troviamo anche acido miristico, acido stearico e acido palmitoleico. Va da sé che la presenza massiccia di acido oleico infonde caratteristiche molto precise al lardo. Per esempio, l’acido oleico fonde a circa 16°, e se per il lardo si devono utilizzare temperature superiori è per la presenza anche degli altri tipi di trigliceridi. Per esempio l’acido stearico, che fonde a ben 25°.