La Sicilia, impossibile da definire, ha la capacità di sorprendere ad ogni passo. E lo stesso vale per i vini di Settesoli. Con una produzione di 19,6 milioni di bottiglie all'anno, esportate in oltre 44 mercati, si può dire che il gruppo sia alla guida di una nuova ondata di vini siciliani che possono essere apprezzati per carattere e qualità rispetto a qualsiasi territorio di rilievo.
Prendiamo il Nero d'Avola, che negli ultimi anni sembra caduto nel dimenticatoio: sotto la guida degli enologi di Settesoli, il vino è degno di una nuova valutazione, corposo e fruttato, con forti note di ciliegia e un finale di prugna secca. È un vino equilibrato, inoltre è l'essenza della Sicilia e della sua tradizione enologica. Il suo carattere dura nel tempo, proprio come la gente di quest'isola.
La maggior parte delle aree vinicole italiane è soggetta a una nuova colonizzazione. Fondi di investimento, miliardari e multinazionali si stanno muovendo per acquistare vaste porzioni di vigneti. Il prezzo dei terreni nelle regioni più importanti è salito alle stelle negli ultimi anni, costringendo gli abitanti del luogo ad andarsene e vedendo le aziende familiari assimilarsi a operazioni monoculturali.
Settesoli è diversa, mantiene la diversità delle famiglie, della cultura e, cosa fondamentale, di una certa biodiversità nei suoi 6000 ettari. Poiché ogni azienda familiare è abbastanza piccola da poter essere gestita direttamente, le Cantine Settesoli possono gestire realisticamente l'ottimizzazione di ogni micro-terroir. Poiché i suoli e i terreni possono variare anche all'interno di questi piccoli appezzamenti, con l'aiuto degli stessi viticoltori e con le conoscenze e le competenze fornite da una collaborazione decennale con l'Università di Palermo, è possibile esprimere appieno la diversità naturale del territorio attraverso la coltivazione di uve diverse.
Il sistema si presta a una coltivazione più attenta e rispettosa, come dimostrano i 155 viticoltori di Settesoli che si dedicano a metodi di coltivazione biologica su 1000 ettari. I metodi di agricoltura biologica e rigenerativa sono ovviamente più realizzabili nelle aziende agricole di piccole dimensioni che nei modelli più grandi, orientati all'efficienza e al profitto.