Tra i vari tagli di carne bovina, il cappello del prete, noto anche come copertina di spalla, si distingue per le sue qualità uniche e la versatilità in cucina. Il nome curioso deriva dalla sua forma particolare, che ricorda vagamente un cappello indossato dai preti. Questo taglio di carne, ricavato dalla spalla del bovino, nasconde un potenziale gastronomico sorprendente. Caratterizzato da una magrezza equilibrata e una venatura di tessuto connettivo, il cappello del prete offre una vasta gamma di possibilità culinarie. In questo articolo, esploreremo in dettaglio il cappello del prete: dalla sua posizione anatomica nel bovino alle diverse tecniche di cottura che ne valorizzano il sapore e la consistenza. Dalle lunghe cotture in umido, come il brasato al Barolo, alla tradizione del manzo all'olio, fino al classico bollito misto alla Piemontese, il cappello del prete è sempre una scelta eccellente.
Che taglio è il cappello del prete
Il cappello del prete, detto anche copertina di spalla, è un taglio di carne bovina apprezzato per le sue caratteristiche uniche. Proviene dal quarto anteriore del vitello, vitellone o manzo, specificamente dai muscoli della spalla. Questo taglio è magro e possiede una leggera venatura di tessuto connettivo, che durante la cottura si scioglie, rendendo la carne particolarmente gustosa, morbida e fragrante. La sua forma stretta e allungata, che ricorda il cappello indossato dai preti, lo rende adatto per lunghe cotture, ideali per esaltare la sua tenerezza e sapore.
Come cucinarlo
Come detto il cappello del prete è un taglio di carne bovina che si distingue per la sua predisposizione alle lunghe cotture a fuoco lento. Questa caratteristica lo rende ideale per piatti che richiedono tempo e cura nella preparazione, come arrosti, brasati, stufati e bolliti. Qui di seguito vi presentiamo tre nostre ricette che fanno del cappello del prete il protagonista, dimostrando come questo taglio possa arricchire la vostra tavola con piatti gustosi e succulenti.