Croccante e granuloso all’inizio, arrendevole sul palato poi, lascia un piacevole aroma di mandorla: è il Cantuccio Toscano. Gran parte dell’economia toscana è merito di questo dolcetto il cui fatturato supera i 30 milioni di euro. Il 37% del consumo avviene fuori dai confini nazionali, in Unione Europea, Stati Uniti, Giappone e Russia, tanto che è considerato il terzo biscotto più popolare al mondo.
La storia del Cantuccio Toscano
L’origine dei cantucci risale almeno al XVI secolo. Il nome sembra derivare da “cantellus”, in latino “pezzo o fetta di pane”, una galletta salata che già i soldati romani consumavano durante le campagne militari. Altri fanno derivare la parola da “canto”, angolo, piccola parte. A partire dalla seconda metà del ‘500, troviamo questi biscotti alla corte dei Medici, anche se pare non contenessero ancora le mandorle. L’Accademia della Crusca a fine ‘600 dà la prima definizione di “cantuccio”: “biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo”. Orgoglio del Made in Italy già all’epoca, i Cantucci vennero portati all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867 riscuotendo un grande successo. A partire dal ‘900 i Cantucci con le mandorle iniziarono ad essere prodotti in tutta la regione sempre più su larga scala. Nel 2011 nasce l'associazione di produttori per ottenere il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta, IGP, che è arrivato nel 2016 e comprende l’intero territorio amministrativo della regione Toscana.