Cilentano di Alfano, terra di pomodori, di sole e di tanti prodotti gastronomici che hanno conquistato il mondo, Angelo Mondello è il pizzaiolo proprietario, insieme a Mauro Aliberti e Martha Zamora, della pizzeria Alto Bordo a Civitanova Marche.
Quello di Mondello è un entusiasmo senza confini, lo si capisce anche dal suo percorso che l’ha visto viaggiare in tutto il mondo con l’obiettivo di trasferire i segreti dell’arte bianca e di conoscere gli ingredienti e le loro sfaccettature. La pizza di Alto Bordo, lo si intuisce dal nome, è unica nel suo genere partendo dagli impasti, passando per le farciture e finendo con la cottura. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Angelo Mondello e ci ha raccontato così della sua Alto Bordo.
Qual è il percorso che l’ha portato fino ad Alto Bordo?
A 13 anni facevo già il pizzaiolo a Napoli. Sono cresciuto con la scuola Sorbillo che mi ha insegnato tutte le basi della pizza napoletana. Ho proseguito con una particolare attenzione alla pizza contemporanea che, pur chiamandosi così, è un prodotto che nasce a Napoli già diversi anni fa. La Napoli della pizza si divideva in due: al Vomero si faceva una pizza con il cornicione alto e verso via della Stazione si faceva la cosiddetta ruota di carro, più ampia e sottile. Da lì ho cominciato a girare e sono diventato manager di una nota pizzeria con oltre 40 punti vendita in Italia. Dopo questo progetto ho iniziato a viaggiare per fare consulenza in tutto il mondo. Ho visitato Giappone, Brasile, Ucraina, Russia e tanti altri posti, chiudendo l’anno scorso con le Galapagos. Collaboro con diversi chef stellati tra cui Emanuele Petrosino, Emanuele Mancuso e anche mio fratello, Mario Mondello, che fa lo chef in Svizzera. Sono stato sempre appassionato di pizza e quest’anno abbiamo aperto Alto Bordo che è anche un marchio registrato.
Che tipo di pizza è quella di Alto Bordo?
È una pizza contemporanea che va più sul friabile. Abbiamo sette pizze classiche e dieci speciali e sei gourmet. In più abbiamo la famosa 3 cotture e in Italia la facciamo solo in due, io e Francesco Martucci. Viene cotta prima al vapore a 130 °C, viene poi fritta in olio a 180 °C e viene finita in forno a legna o a gas a 380 °C. Si ottengono una scioglievolezza e una croccantezza uniche.